Un dono per la mamma
racconto di Nunzio Jacono
Riccardo stava seduto sugli scalini di casa, con la testa fra le mani.
Si avvicinava il Natale e il bimbo voleva offrire un dono alla mamma: ma aveva tirato fuori di tasca una dozzina di volte: i quattrini ed erano sempre quelli: cioè pochi.
« Vediamo, con quello che ho, potrei donarle… Mah… ho paura che non mi basteranno nemmeno per la busta e il foglio degli auguri …Povero me, che miseria!
Eppure voglio proprio fare una sorpresa alla mamma: così saprà il bene che le voglio» e borbottava e si guardava in giro, come a trovar soccorso.
Proprio in quell’istante vide venir avanti sulla strada Gaetano, amicone per la pelle, compagno di scuola e di giochi.
Di’, Gaetano, sei un vero amico?
Diamme!
E non avresti per caso qualche lira da prestarmi? Mi occorrono per fare un dono alla mamma. Gaetano cominciò a svuotare le saccocce: saltarono fuori palline, noccili di pesca, pezzi di spago, turaccioli, elastici, figurine …Ma di soldi neppur l’ombra.
l due amici si guardarono in viso, e Gaetano allargò le braccia, dispiaciuto.
Quando Gaetano se ne fu andato, il bimbo rimase di nuovo solo col suo cruccio. Girellò ancora un poco, disperato, poi entrò nella bottega della piazza e con le quindici lire comperò un dono piccolissimo.
La mattina seguente, il bimbo riguardò il dono e gli parve tanto piccolo, tanto meschino, che scoppiò a piangere.
La mamma corse a prenderlo tra le braccia, e il bimbo le disse:
Vedi, mamma …volevo farti un bel regalo, per Natale … ma, ma avevo pochi soldi!
La mamma ascoltò il figlio tenendolo stretto, poi gli fece cenno di attendere.
Uscì un istante e tornò tenendo fra le mani uno scrigno d’oro.
Ne aprì il coperchio e si pose l’indice sulle labbra, per invitare al silenzio.
E nel silenzio, il bimbo udì la sua voce che usciva dallo scrigno: povero me, che miseria! Eppure voglio proprio fare una sorpresa alla mamma: così saprà Il bene che le voglio .
Un attimo dI silenzio, poi la voce riprese:
Gaetano, non avresti per caso qualche lira da prestarmi?
Si udì poi la voce del bimbo nella bottega della piazza, e tutto quello, insomma, ch’egli aveva detto pensando con amore alla mamma.
Quando la voce tacque, il bimbo rimase immobile, con gli occhi ancor lucidi e un lacrimone sulla guancia; la mamma chiuse delicatamente lo scrigno.
Vedi, bimbo mio, – sussurrò – tutte le mamme hanno uno scrigno come questo, con le parole e i pensieri, buoni o cattivi, dei loro bambini.
Così io ho già avuto il mio dono, il dono più bello, che nulla al mondo può pagare: in questo scrigno ci sono tutte le parole, tutti i pensieri del tuo amore per me.
E’ il dono del tuo cuore: anche quando sarai uomo, e sarai lontano, mi basterà aprire lo scrigno per riudire…
La mamma socchiuse ancora il coperchio…dovrà sapere il bene che le voglio – ripeté la voce nello scrigno.
Che le voglio e le vorrò sempre… – aggiunse il bimbo in un sussurro.
E abbracciò la sua mamma.
Fonte: http://www.poesie.reportonline.it