Educare è…

Educare è… insegnare a pensare

«Mentre animali e piante sopravvivono secondo la legge
del più forte e si evolvono in questo senso, l’uomo rimane
debole e ha un periodo di svezzamento lunghissimo.
Proprio per il fatto di essere così, deve essere assistito
L’uomo ha bisogno dell’uomo per diventare tale.»
(Alessandro D’Avenia, scrittore – “Noi Genitori & Figli” – supplemento di Avvenire)

 Stupendo video presentato al Galá Internazionale di Educazione
“A scuola con amore“

La capacità creativa dello sguardo

«Un bambino lasciato senza parole o gesti di affetto muore o impazzisce.
Un adolescente privato dello sguardo dei genitori é orfano di quegli occhi che consentono di accettarsi nella sua unicità, fatta di punti forti e punti deboli. L’uomo ha bisogno dell’uomo per diventare tale.
C’e una capacità creativa nello sguardo umano, come quello di Michelangelo sul blocco di marmo: lo sguardo può determinare l’altro.
lnfatti per poter amare noi stessi, secondo quanto detto sul cucciolo d’uomo, abbiamo bisogno di riceverci dagli altri.
Non possiamo dire “io”, se prima non impariamo a dire ”tu”, e questo vale per il bambino come per l’aduIto.
Solo chi si dona ad un altro può dall’altro ricevere se stesso e amare se stesso.
Abbiamo bisogno di questo sguardo liberante che ci consente di vedere chi siamo e quale bene sia la nostra vita per la comunità umana.
Lo sguardo innamorato ha un potere profetico e trasformante.
Chi ci ama ci guarda in un modo che allo stesso tempo ci consente di essere noi stessi e ci spinge ad essere “più di noi stessi“, ci fa percepire la nostra vita per quello che é: dono e compito.
La bellezza di una persona è la grazia che una persona emana, e la emana quando la sua unicità volge verso la sua pienezza, quando occupa il suo posto nel mondo, quando realizza il suo dinamismo interiore: Ia sua vocazione.
I garanti di questo compimento sono Dio e gli uomini.
Agli uomini è affidata una parte, con i rischi che questo comporta. Ma anche Dio si fa garante, con il suo sguardo mai assente, anche quando gli uomini possono venire meno».

Tratto da Alessandro D’Avenia in “Noi. Genitori & Figli”, supplemento di Avvenire del 28 ottobre 2012.

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