una fiaba ecologica per tutte le età
Dina se ne stava tranquillamente distesa sopra il bel tappeto morbido di velluto blu.
Ammirava soddisfatta il suo vestitino bianco sempre ben stirato ma, chiusa nella sua
stanza, si sentiva sola.
Invidiava le sue amichette che vivevano tante belle storie.
Le raccontavano di giornate trascorse in montagna, di allegre feste di compleanno e
di vacanze al mare.
Sentendole parlare, immaginava anche lei quei bellissimi paesaggi e quei luoghi
meravigliosi.
Sapeva che, col passare del tempo, sarebbe arrivato anche il suo momento e
fantasticava su quali avventure le sarebbero capitate.
Era quasi la fine di dicembre, si avvicinava il Natale ed era sicura che sarebbe successo
qualcosa di bello.
Ad un tratto, il suo tappeto tremò come in un terremoto, si sentì sollevare e poi,
lentamente, tornò al suo posto.
Finalmente era arrivato il giorno che aspettava.
Tutta contenta, si mise ad aspettare il suo racconto. Quello che le arrivò invece, fu
soltanto una strana storia aggrovigliata sulla fine del mondo.
La povera Dina non riusciva a capire. Aveva atteso per tanti mesi quel momento e voleva
tenere con sé tanti bei ricordi del mondo là fuori.
Per la prima volta invece, sentì di foreste distrutte, di inquinamento delle acque e dell’aria.
Quando poi, avvertì anche la paura che fosse l’ultimo giorno di quel mondo, non ne poté
proprio più.
Ebbe un sussulto ed esclamò: “Ehi! Adesso è troppo!”
Sapeva che non doveva farlo e si tappò immediatamente la bocca.
Ormai però, era troppo tardi.
Aveva gridato così forte, che si era fatta sentire anche dal piccolo scrittore là fuori.
Era Andrea, un bimbo paffuto, con i capelli castani e riccioluti, che se ne stava seduto
alla sua scrivania.
Non aveva fratelli o amichetti con cui parlare e divertirsi,
così, aveva preso un’agenda della sua mamma e, ogni giorno, scriveva una pagina
raccontando le sue giornate e confidandole i suoi pensieri.
Sentendo quella voce, si era fermato e mordicchiava nervosamente la sua penna.
“Chi ha parlato?… C’è qualcuno?”
chiese a un tratto, guardandosi intorno con attenzione, ma non vide nessuno.
Esplorò con lo sguardo la sua cameretta. Prima di tutto controllò bene la scrivania.
Guardò con attenzione la lampada, i suoi fumetti, i pennarelli colorati e i videogiochi.
Passò poi in rassegna lo scaffale vicino a lui. Controllò ogni libro, ogni quaderno e tutti
i suoi peluches.
Non trovando quello che cercava, posò la penna e si alzò dalla sedia.
Nella parete di fronte c’era il suo lettino. Spostò il cuscino, sollevò la coperta e guardò
perfino sotto il letto, pensando che ci si fosse nascosto il gatto, ma anche lì era tutto a
posto.
Andò anche vicino alla finestra e scostò la tenda, poi, rassicurato, se ne tornò alla
scrivania.
Si sistemò sulla morbida seggiola e ricominciò a scrivere nella sua agenda.
“Ancora?!” scappò di bocca alla piccola Dina che, subito dopo, si sentì arricciare il
naso. Andrea infatti, stavolta aveva chiuso di scatto la sua manina accartocciando la pagina tra
le dita.
“Chi sei?” chiese con forza il bambino.
“Sono io” si trovò costretta a rispondere Dina.
“Io chi? Non ti vedo, dove sei?”
“Sono qui… sotto la tua mano”
Andrea la sollevò di colpo, poi, lentamente, si avvicinò con lo sguardo al foglio che
stava scrivendo.
Dopo qualche istante, come per magia, vide apparire sulla pagina un bel faccino tondo e
simpatico.
“Ciao Andrea, io sono Dina, la pagina di oggi, ventuno dicembre, della tua agenda.
Scusa se sono entrata nel tuo mondo, ma non ne potevo più di leggere i tuoi discorsi
tristi”
“Ho sentito dire queste cose dai grandi”, rispose il piccolo Andrea. “Ne parlano i miei
genitori e i loro amici.
Raccontano sempre storie di quelle persone che chiamano Maya, vissute tanto tanto
tempo fa e dicono che oggi è la fine del mondo”.
Dina fece una smorfia.
“Io non vi capisco”, disse dispiaciuta. “Non vi rendete conto di quanto sia meraviglioso
il mondo in cui vivete.
Potete vedere il cielo, il mare, terre sconfinate colme di piante e animali straordinari.
Ci sono paesaggi che io posso solo immaginare da quello che scrivete nelle pagine del
mio mondo. Dovreste volergli bene, curarlo e conservarlo per il futuro invece, lo state distruggendo,
portandolo voi verso la fine.
Il 2012 sta finendo, il mio tempo, il mio mondo sta per finire e non posso evitarlo, ma
voi, voi avete una scelta.
Il tuo 2012 può essere diverso, non la fine, ma l’inizio del tuo mondo”.
Detto questo, scomparve d’incanto dal foglio così come era arrivata.
Andrea era rimasto immobile, solo nella sua stanza.
Dopo un momento di riflessione, prese la sua penna e ricominciò a scrivere.
Raccontò del suo incontro straordinario e dei suoi progetti per il futuro.
Voleva fare tante cose.
Per cominciare, avrebbe chiesto ai suoi genitori di riportare fuori l’abete che avevano
usato come albero di Natale, per far crescere di nuovo il bosco.
Aveva molte idee e, scrivendole, aveva quasi riempito la pagina. Soltanto in fondo era
rimasto uno spazio bianco e Andrea decise di disegnarci il faccino della sua amica Dina.
Con il pennarello azzurro fece un bel cerchio, poi, all’interno, aggiunse due occhioni
verdi e un nasino tondo tutto arancione. Infine prese il suo colore preferito e, con una
linea piegata all’insù, le disegnò un bel sorriso.
Intanto Dina, lentamente, cominciava a staccarsi dal suo bel tappeto morbido.
Sapeva che il suo 2012, il suo mondo, stava finendo ma, come nel disegno di Andrea,
anche nel suo faccino si aprì un sorriso.
Vedendo l’entusiasmo con il quale il piccolo Andrea continuava a scrivere, sentì che
c’era ancora una speranza per il suo mondo là fuori.
Uno splendido mondo, che sarebbe potuto durare ancora tanto tanto tempo.
Fiaba scritta da Marina De Mattia
Un grazie particolare a Marina del sito http://www.vitanelbisagno.it/ per averci donato questa bellissima fiaba ricca di significato